L’anno dei Normali

La leggenda narra che Beppe Grillo, durante un raduno del Movimento 5 Stelle, incontrasse un Giuseppe Conte un po’ disorientato, tipo Alice nel Paese delle meraviglie e gli chiedesse:

“Tu sei quello normale?”

Insomma purtroppo per lui (e per noi) un destino segnato quello di Giuseppe Conte, il destino della normalità

Parliamoci chiaro: solo guardandolo non si può non essere d’accordo con quei giornalisti che lo dipingevano come, cito testualmente:

“Marat”, “Maggiordomo”, “Comparsa”, “Zelig”, “Fantasma”, “Pollo”, “Burattino”, “Servo”, “Azzeccagarbugli” e “Tappetino”

anche se non si capisce perché gli stessi, dopo la trattativa andata a buon fine con le istituzioni europee, scrivano di Conte:

“Protagonista”, “Oscura i due vice”, “Tratta lui”, “è stato bravissimo”, “saggio politico”, “L’indice di gradimento di Conte è alto”

Dettagli

Ma parliamo dei fatti (adesso che ci sono) vista l’approvazione definitiva della manovra ieri.

Insomma facciamo i Conte con l’oste.

Partendo dalle prassi a cui erano abituate da Monti in poi, le istituzioni europee avevano suggerito un deficit PIL all’1,6% buono per evitare l’aumento IVA e basta.

Usando le parole di Moscovici infatti, “chi si indebita, si impoverisce”

Affermazione che fa a pugni con qualsiasi manuale di macroeconomia tranne con quelli in lingua Francese.

Infatti per Macron funziona l’esatto opposto.

È un contesto fatto di toni molto calmi in cui provare a stimolare la domanda interna è la soluzione che economisti della Normale di Pisa come Roventini, auspicano, ma che solo dei pazzi possono pensare di perseguire.

Poi se ti hanno pure votato per farlo devi essere veramente cretino per ambire a tanto.

Accade così che il governo seguendo il pragmatico vezzo latino (quello che ha fatto di Roma il più grande impero della storia dell’uomo) decide di “fare la guerra per fare la pace” (per i classici si tratta del famoso “si vis pacem para bellum” )

Viene dichiarato un folle 2,4% che porta lo spread quasi agli stessi livelli in cui lo aveva portato Mattarella affidando l’incarico al più gradito Fondo Monetario Internazionale, Carlo Cottarelli.

In quel caso lo spread poteva salire perché, contro certe forze politiche, è giusto opporsi anche violando la costituzione, è giusto opporsi “wheatever it takes”

Ora lo spread si sta raffreddando, la procedura di infrazione è rientrata e quota 100 e reddito di cittadinanza si faranno lo stesso anche se a Moscovici non piacciono.

Ovviamente non parliamo dei livelli di spread a cui lo aveva portato il Berlusca, quello che oggi manca tanto ad alcuni.

A proposito “che erano belli i tempi in cui c’era Berlusconi”.

Dopo Scalfari e Renzi, che chiede alla sinistra di scusarsi con il fondatore di Forza Italia, la nostalgia si sta ormai sdoganando tra gli opinionisti.

Se solo questo qualcuno non si limitasse a fare l’opinionista ed agisse!

Basterebbe poco: creiamo un fondo per la compravendita di senatori.

Considerando 3 milioni a senatore (vedi ultime parcelle accertate dalle condanne), considerando che siamo 60 milioni, mettiamo due euro ciascuno, e riabbiamo Berlusconi.

Poi tanto per essere equi Riina, Provenzano e Messina Denaro mettono qualche euro in più solo perché hanno ricevuto di più. Immaginatelo come una restituzione solidale. Chiaramente le famiglie Falcone e Borsellino esentati.

Vabbè ma siccome conta di più essere logorroici su Facebook ci toccano anche queste profondissime ed articolate analisi politiche.

Inutile chiedersi dove trovino il tempo le “scimmie da tastiera” che ogni giorno invadono le nostre bacheche.

Sarebbe da chiedere alla Sciarelli che probabilmente ci svelerà prima chi ha ucciso Manuela Orlandi.

In fondo la logorrea e l’instinto fashion blogger di Chiara Ferragni e Fedez ha notoriamente invaso i cervelli di politici del calibro dei Viceministri quindi perché non dovrebbe attecchire nel cervello di ognuno di noi?

Accade infatti che l’Agcom noti come andrebbe riformata la legge perché Salvini, troppo impunemente, sponsorizza brand come Nutella, Barilla, Moretti ecc… a discapito dei competitor, anche Italiani, perché se è vero che “prima” devono venire gli italiani, forse alcuni italiani vengono prima di altri.

OK, Luigi di Maio affossa il suo candidato di Corleone declinando le foto opportunity perché si sarebbe fatto una foto con un parente di un mafioso, ma diciamo che i meme all’art attack potrebbero anche essere evitati.

E come dimenticare le gaffe di Toninelli sulle grandi opere (che però, almeno al momento, si faranno tutte tranne la TAV che pare proprio inutile anche a Salvini).

O le gaffe della Castelli politicamente appena poco meno consistenti di quelle di Martina che accusa di togliere fondi ai disabili ad una legge fatta dal governo, di cui lui stesso ha fatto parte.

O della Morani che si scaglia contro il raffreddamento della rivalutazione pensionistica appena varato, dall’alto del suo “Se i pensionati non hanno i soldi, si ipotechino la casa”

Perché non si capisce che l’assenza è presenza, anche in comunicazione?

Il mitico Rovazzi è maestro in questo e lo ha specificato più volte: nel marketing conta sempre la qualità sulla quantità, il tuo target (e non “tutti”) deve chiedersi perché non parli, deve desiderarti.

Insomma, signore e signori, i fatti non interessano a nessuno e si va subito alle percezioni.

Ma una buona percezione ha dietro un fatto.

Ed allora ecco la mia “percezione” su questa manovra che opera in un contesto che, a proposito di fatti, è di recessione, per la prima volta dopo anni.

Ripeto sarebbe poco utile commentare le critiche agli interventi sulle pensioni fatti da questo governo.

È noto che PD e Forza Italia hanno proprio sterilizzato gli adeguamenti all’inflazione per anni ed oggi si strappano le vesti con la Boschi che quasi piange (vabbè la Boschi che quasi piange fa ridere così)

A me pare una manovra equilibrata, moderata timidamente espansiva, che oggettivamente aiuta i più deboli della società (ormai numeri noti quelli della povertà in Italia)

È il frutto di un compromesso evidente tra due forze molto diverse che imploderanno presto, fortunatamente.

Onore all’ufficio parlamentare di bilancio, l’unica vera opposizione attualmente forte e vigorosa che segnala i pericoli per il 2020 e 2021 a cui speriamo i nostri attuali governanti, tra un balcone e l’altro, prestino ascolto.

Nel 2019 si farà una leggerissima modifica alla Costituzione, si riforma la legge elettorale e nel 2020 torniamo a votare? Spero proprio di si.

Anche perché, parliamoci chiaro, la normalità, dopo un po’, stanca.

La percezione della normalità poi da proprio fastidio.

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